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al testo di Marina Pacifici
La tormenta
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Infuria la tormenta, ombra nivea, dispersa vago nel vento cercando invano un rifugio.
Sibila il fortunale, mentre arranco nella tempestosa distesa dell’esistenza l’oscuro male, nella landa di ghiaccio del divenire sospesa.
Incombe la neve accecante m’inerpico sulla vetta nel fremente ansito. E Tu mia stella di levante, dell’estrema speme il soave emblema, risplendi e m’accarezzi l’anima.
Carezza angelica all’ascosa pena nel bacio d’emozione infinito, nel palpito di struggente malinconia il cuore tremando si rasserena
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